Un problema che ci si pone frequentemente nel corso del gravidanza è il rischio legato alla eventuale assunzione di farmaci, la quale può essersi verificata già nel corso della gravidanza o spesso in prossimità del periodo del concepimento. E’ infatti noto che vi sono farmaci il cui utilizzo è sconsigliato in gravidanza, per il rischio di un possibile danno a carico del feto.
Tale problema può presentarsi in diverse circostanze:
dato che spesso una gravidanza si verifica casualmente (senza cioè che sia stata preventivamente programmata) è bene utilizzare farmaci solo se strettamente necessari. Ciò è particolarmente importante per la donna che non usa un sistema contraccettivo sicuro, e che quindi deve prevedere l’eventualità di una gravidanza.
Se il farmaco da utilizzare è sicuramente controindicato in gravidanza, prima di iniziare la terapia è opportuno verificare l’esistenza della gravidanza. Oppure, se la terapia è assolutamente necessaria e controindicata in gravidanza, è raccomandabile usare una contraccezione efficace per ridurre il rischio di gravidanza in corso di terapia.
Prudenzialmente può essere opportuno usare farmaci preferibilmemte nel periodo successivo alla comparsa della mestruazione; in tal caso infatti il verificarsi della mestruazione escluderebbe la gravidanza.
è bene utilizzare farmaci solo se strettamente necessari e di provata efficacia. La terapia va sospesa, se rischiosa per il feto, appena si accerta l’ esistenza della gravidanza. Qualora invece fosse assolutamente necessario continuare la terapia anche in gravidanza (ad esempio nella donna in terapia antiepilettica) va scelto il farmaco meno rischioso per la gravidanza. Va ricordato che per alcuni farmaci, se si programma una gravidanza, è opportuna la sospensione della terapia anche alcuni mesi prima della gravidanza (ad esempio i retinoidi). Vi sono inoltre situazioni in cui la terapia deve essere comunque proseguita anche in gravidanza (ad esempio: ipotiroidismo, epilessia).
è bene evitare i farmaci di non provata efficacia. Particolare attenzione va posta per i farmaci di più recente produzione. Infatti per questi farmaci potrebbe non esservi sufficiente documentazione circa il loro utilizzo in gravidanza; d’altra parte per ovvi motivi etici non si dispone di sperimentazione dei farmaci in gravidanza
In tali circostanze va valutato con precisione tipo e dosaggio dei farmaci, nonché il periodo esatto di gravidanza durante il quale si è verificata l’ assunzione dei farmaci.
Categorie dei farmaci in relazione all’uso in gravidanza
Tra questi vi sono alcuni antibiotici (penicillina, amoxicillina, ampicillina, eritromicina), l’acido folico (consigliato nei primi mesi di gravidanza per la prevenzione della spina bifida), le vitamine a basso dosaggio, il ferro, i farmaci per ridurre le contrazioni uterine, il paracetamolo (antidolorifico e antifebbrile), i farmaci per migliorare la circolazione venosa in caso di varici, gli anestetici locali e alcuni anestetici generali.
per i quali non sono stati evidenziati effetti negativi sul feto, ma che tuttavia è preferibile non usare perché poco studiati. Tra questi farmaci antiulcera, gli antidiarroici e gli antidepressivi.
Fanno parte di questo gruppo i diuretici, alcuni antidolorofici, i farmaci attivi sul sistema nervoso centrale (ansiolitici, narcotici), alcuni antibiotici come il cloramfenicolo e la rifampicina, gli antidiabetici orali.
quelli, cioè, che causano una maggiore incidenza di difetti congeniti. Fanno parte di questo gruppo e sono, quindi, da evitare in gravidanza:
o alcuni antineoplastici (antitumorali), se impiegati nel primo trimestre nella terapia per i tumori maligni, aumentano notevolmente il rischio di malformazioni del sistema nervoso centrale e a carico degli arti.
o Ormoni androgeni e i progestinici ad azione androgena, cioè ormoni ad azione maschile, contenuti ad esempio negli anabolizzanti per aumentare la massa muscolare, possono determinare segni di mascolinizzazione sui feti di sesso femminile.
o Alcuni antitiroidei (i derivati imidazolici, ioduri e lo iodio radioattivo) possono causare danni alla tiroide e gozzo fetale, se usati dopo la 10^ settimana.
o Litio carbonato, usato nella psicosi maniaco-depressiva, aumenta il rischio di malformazioni cardiache.
o Retinoidi e elevati dosaggi di vitamina A, usati nella terapia dell’acne grave, possono indurre malformazioni a carico del sistema nervoso centrale, dell’ orecchio e del cuore. Vanno sospesi alcuni mesi prima della gravidanza.
o Alcuni antibiotici. Le tetracicline assunte dopo il quarto mese possono determinare colorazione giallo-marrone dei denti decidui. La streptomicina e la kanamicina, farmaci antitubercolari, possono causare danni del nervo acustico.
o La warfarina e altri anticoagulanti orali della classe dei cumarinici possono determinare una sindrome caratterizzata da difetti nasali, malformazioni del Sistema Nervoso Centrale, ritardo mentale e iposviluppo fetale. Da notare che i danni cerebrali sono possibili soprattutto per le somministrazioni durante il 2° e 3° trimestre.
o Antiepilettici: l’acido valproico aumenta il rischio d’insorgenza di spina bifida e dismorfismi facciali.
Per informazioni o dubbi sull'utilizzo di un determinato farmaco in gravidanza si consiglia sempre di consultare il proprio medico o di avvalersi del Servizio informazioni sull'uso dei farmaci in gravidanza e allattamento del Centro di tossicologia clinica dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, chiamando il numero verde 800883300.
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